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CURIOSITA' SUI PORTICI

Perchè a Bologna ci siano tanti portici si spiega con l’ arrivo, alla fine del  dodicesimo secolo, di centinaia di studenti attirati dalla fama dello “Studium”.
Questo arrivo stabile di tante  persone ricche, dalle altissime esigenze abitative e accompagnate da famiglie, servitori, carri e animali, portò alla completa saturazione dello spazio esistente in città.  Infatti si stava costruendo la cerchia dei Torresotti e l’imprevista “invasione “ degli studenti portò al paradosso che quando le mura furono terminate  (verso il 1180-1185 ) erano già insufficienti per le esigenze di una città che si avviava ad essere una delle più importanti d’Europa. Tutta la zona fra la prima cerchia e la seconda  non solo era già piena di case, ma erano case che  si erano espanse all’esterno, in alto, sulle strade in cerca di nuovi spazi;  prima con degli sporti, poi con costruzioni  che poggiavano su colonne sporgendosi sul suolo pubblico: erano nati i portici.
Questo fenomeno era accaduto in modo occasionale anche in altre città, ma nessuna ne aveva dovuto usufruire in modo intensivo come Bologna.
Quando con la terza cerchia della mura la città  quadruplicò la sua estensione non ci fu più il problema dello spazio, le autorità  favorirono  il mantenimento dei portici e anzi lo promossero  anche nei nuovi edifici, perchè ci si era accorti del vantaggio di avere lunghi e continui  percorsi coperti e riparati, utili  anche per i lavori degli artigiani e per tenere separati il traffico dei carri e degli animali dal traffico e dal passeggio delle  persone.
Si stabilì che il portico era terreno privato di uso pubblico, con tutto quello che questo comporta come manutenzione, gestione e sicurezza.
E  si regolamentò le altezze e le larghezze dei portici, in modo che potesse passarci 
un uomo a cavallo, ( misure minime:  altezza m.2,70 x larghezza m.1,20 ).
Così diventammo la città dei portici; da fame  di spazio e in ultima analisi abuso edilizio, il portico diventò  un  peculiare modo di costruire le case, gestire spazi comuni, far nascere un modo tutto bolognese di utilizzare questi  spazi  e anche di viverli.
Qualcuno l’ha chiamata “civiltà del portico”.

Vediamo alcune domande sui portici che ci potrebbe porre  un  “forestiero” in visita alla città  :

a)  Quanti portici ci sono a Bologna ?
    Nel centro storico ce ne sono per 38 chilometri, più quelli fuori porta.
b)  Qual’è il portico più lungo ?
    Quello di San Luca, il più lungo del mondo, Km.3,8 :  658 arcate.
c)  Quello più alto ?
    Molti dicono quello dell’Arcivescovado, altri quello dei Bastardini di fronte a San Procolo ;
    altri ancora quello di Casa Isolani.
    Ma forse nessuno raggiunge  l’altezza del portico dell’edificio che ospita la casa Editrice
     Zanichelli in via Irnerio.  
d)  Quello più stretto ?
     In via Senzanome :  85 centimetri.
e)  Quello più largo  ?
     Quello a fianco della Chiesa dei Servi lungo Strada Maggiore o quello della Morte ?
f)   Quello più basso ?
    In via Begatto ,meno di due metri. 
    E da qui si vede come fatte le regole  c’ è sempre stato qualcuno che non  le rispettava.

Per vari secoli i portici, e le case, furono in legno.
Il rinnovamento della città sotto i Bentivoglio (soprattutto  nella seconda metà del 1400), e il persistente pericolo di incendi (a Bologna ne scoppiavano un giorno sì e l’altro pure..), portò ad eliminare le costruzioni e  i portici in legno. 
Una legge draconiana lo stabilì nel 1568.                                                                                                       
Le vecchie colonne in legno furono man mano sostituite o ricoperte da una cortina di mattoni ed intonaco,
ma anche qui, nonostante la minaccia di una multa stratosferica, vari portici in legno restarono ed alcuni arrivarono fino a noi.Eccone l’elenco:

Casa Rampionesi  in via del Carro . 
Casa Rubini-Azzoguidi in via S.Nicolò, ora fa parte dell’ Hotel Corona d’Oro.
Ex-orfanatrofio S.Leonardo in via Begatto . 
Casa Gombruti  in via Gombruti . 
Casa Isolani in Strada Maggiore  19. 
Casa Grassi in via Marsala 12 .
Casa Bombaci  via Marsala  17.
Casa Seracchioli in Piazza Mercanzia.

Oltre a tanti portici parzialmente in legno, spesso con il coperto in legno e le colonne in muratura, come quello prima del Baraccano in via S.Stefano, e vari sporti in legno soprattutto nella zona Clavature/Foscherari ( molti rifatti in anni recenti).

Il portico ligneo di casa Seracchioli, in piazza Della Mercanzia,  fu oggetto di profondi restauri negli anni attorno al 1910-1925, assieme a tutto l’edificio.
Al riguardo   mi piace ricordare una curiosità, che ho appreso dalla bocca dell’Architetto De Angelis, uno degli autori del recupero integrale del centro storico di Bologna.
L’architetto Zucchini restaurando la casa Seracchioli, (quella immediatamente prima dell’ingresso del Ristorante Pappagallo ), si rese conto che i portici in legno restaurati  non davano abbastanza sicurezza all’edificio, soprattutto dopo la costruzione del balcone coperto al primo piano fatto per riparare un affresco .
Allora sostituì l’ultima colonna con una colonna di cemento armato e la fece ricoprire di legno: l’apparenza era salva, la statica dell’edificio pure .                                        Solo sapendolo e guardando con attenzione si vede il cemento sotto il legno. Lo stesso architetto Zucchini, pur operando in un tempo nel quale restaurare voleva dire anche inventare, espresse delle perplessità sulla quantità di “falso” che aveva dovuto immettere in quel particolare restauro.... .”Ho fatto un bel verone, ma anche un bel falsone ! .”
Ma alla lunga le cose fatte in buona fede e per un buon fine  hanno la loro ricompensa.
Nel 1944 una bomba cadde in via Santo Stefano, scheggiò  il palazzo della Mercanzia, ma non esplose.
L’ufficiale tedesco responsabile (anzi “un irresponsabile”), nonostante l’intervento  del sovrintendente  prof.Barbacci, si rifiutò di far disinnescare la bomba e la fece brillare.
Il risultato fu che metà  della Mercanzia crollò, ma la casa Seracchioli  no: la colonna di cemento resse all’urto e la casa Seracchioli  restò illesa.
E ancora oggi fa la sua figura, mentre la sua vicina casa Reggiani ha avuto bisogno di puntelli in mattoni, forse anche per effetto di quella esplosione.
Chissà che in un prossimo intervento,per ripristinare l’aspetto antico , non si adotti la soluzione di buon senso di Zucchini anche alla casa Reggiani....

Per concludere il “forestiero” di prima ci potrebbe chiedere :
f)  Qual’è il portico più bello ?
E qui sinceramente non c’è statistica, misura o storia che tenga, ma solo il gusto personale ; e cosa ci ricorda quel particolare portico .
E’ più bello il portico elegante e severo della chiesa di San Giacomo, vero inno alla architettura del ‘400, o quello classico, sontuoso  del Pavaglione , o quello borghese, floreale di via Irnerio che percorrevo tornando dal  liceo, mano nella  mano colla fidanzatina ?...
Perchè per noi bolognesi questo sono i portici : una parte della nostra vita . 

Maurizio Cavazza

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