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BRONZO

Il bronzo è una lega metallica di Rame e Stagno che ha caratterizzato addirittura un’ epoca storica, l’età del Bronzo appunto, soppiantata poi da quella del Ferro.             Gli eroi omerici, tanto per fare un esempio, si muovono nell’età del Bronzo.
La scoperta che i bronzi ad alta percentuale di stagno, fino al 20%,  sono particolarmente resistenti fece sì che queste leghe, molto costose, fossero usate per sculture, campane, cannoni e oggetti particolari.
Il bronzo di questo tipo, quando l’oggetto non serve più, può essere  rifuso e re-impiegato. Seguiamo ora  le vicende di due  partite di bronzo che hanno avuto un posto particolare nella storia della nostra città.
A )
Siamo nel pieno della signoria di Giovanni II Bentivoglio .Il suo palazzo in Strada San Donato è uno dei più belli e sfarzosi d’Italia, ma secondo  Giovanni non è completo se non è adornato  da una alta torre .  Di torri a Bologna non se ne costruivano più da almeno 200 anni, perchè da almeno altrettanto tempo non servivano più.                                                                                                                                                                                                                    
I Bentivoglio vogliono la loro torre  per  puro esibizionismo, come quegli sceicchi che compravano le Ferrari  negli  anni ‘60 e  non avevano  neppure un chilometro di strada asfaltata  per farle correre.?
C’è sicuramente la voglia di “grandeur”, ma c’è anche l’avvertenza che una qualche “crepa” si sta creando nel tessuto politico bolognese, fino ad allora compattamente filo-bentivolesco. Una torre dove rifugiarsi in caso di pericolo era quello che avevano nei secoli precedenti i nobili bolognesi, e Giovanni II non è più sicuro di non averne bisogno.
La  torre era  alta più di 60 metri, la seconda in città, e serviva  anche a reggere una grande campana.
Ma una scossa di terremoto la lesionò :  la campana fu tolta e la torre mozzata ;  verrà ancor più “abbassata”  nel ‘guasto’ del 1507 fomentato dai sostenitori del Papa Giulio II e definitivamente eliminata a fine settecento .Di lei resta  un ricordo in una lapide in  Largo Respighi  4 .
Il bronzo della campana venne usato da Michelangelo per la fusione di una statua del Papa Giulio II che fu  posta sopra la porta centrale  di San Petronio.                           La fonderia  fu quella di Zenobi Portigiani, in piazza Galvani, dove verrà fuso anche il Nettuno del Giambologna e la statua di Gregorio XIII del Menganti.
Ma questo bronzo non trova pace. Pochi anni dopo, durante un effimero ritorno dei Bentivoglio, la statua di  Giulio II viene abbattuta  ma il bronzo conserva il suo valore e viene venduto ad Alfonso d’Este  che ne farà una bombarda, chiamata ironicamente “La Giulia”. ( o Giuliana)                                                                                                              
Una copia della “ Giulia “ si può ammirare all’esterno del Castello  Estense a Ferrara.

B)
La vicenda del  secondo bronzo è contemporanea.
Sotto l’arco della torre di Maratona al Littoriale (allora si chiamava così, oggi è il Dall’Ara ) fu posta una statua equestre in bronzo di Mussolini, (a detta dei critici d’arte anche di un certo pregio), opera di Giuseppe Graziosi .                                                                                                                         
Il bronzo era stato ricavato dalla fusione di cannoni austriaci catturati durante al Prima Guerra Mondiale
Il cav.Benito venne disarcionato politicamente a Roma il 25 luglio del 1943 e il giorno dopo si cercò di farlo fisicamente  anche a Bologna con la sua statua.
Si cercò di abbatterla con robuste funi trainate da trattore.                                                                                             
Ma l’operazione riuscì a metà: la statua non si rovesciò, si spezzò e  il cavallo e le gambe del duce restarono al loro posto .                                                                                                                                               
Il corpo e la testa furono trascinati via, la testa sparì 
Il bronzo del corpo fu requisito dai tedeschi.


Il cavallo  (con le gambe del duce ) restò al suo posto fino al 1947 (obiettivamente c’erano cose più importanti cui pensare), poi venne rimosso e posto in un magazzino comunale.
In seguito  quel bronzo servì a  Luciano Minguzzi per fondere le due statue ( Il Partigiano e La Partigiana) che, inizialmente pensate per adornare l’ingresso di una nuova sede della CGIL, furono collocate prima alla Montagnola davanti alla sede della Associazione Partigiana  e infine  a Porta Lame, ove sono tuttora, a ricordo del più rilevante episodio di guerra partigiana avvenuto a Bologna, la battaglia di Porta Lame, del 7 novembre 1944.

In ambedue le vicende il bronzo passa da un impiego all’altro in una sorte di contrappasso dantesco:
da simbolo del potere dei Bentivoglio, la  campana, a monumento al loro principale nemico, Giulio II, a cannone di uno storico nemico del Papato.
Nel secondo caso da cannone nemico a monumento al fondatore del fascismo a statue che celebrano  chi il fascismo lo ha abbattuto.
Sic transit gloria mundi.....

Maurizio Cavazza
 

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