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PIL + 2,8%, BUONO IL TREND PER EDILIZIA E COSTRUZIONI + 5.8%

Abbiamo il piacere di pubblicare l'articolo sottostante inviatoci dal Dott. Bruno Vettore, componente del ns. Centro Studi, che ringraziamo .

Tonino Veronesi

Presidente Assoproprietari

 

La recente pubblicazione dei dati Istat indica previsioni al ribasso per la crescita economica conseguente al rialzo dei tassi, all’aumento dei prezzi ed all’incertezza degli equilibri internazionali derivanti dalla guerra in corso.

L’economia nazionale ed il nostro Prodotto Interno Lordo continueranno comunque a crescere, ma con maggiore lentezza rispetto a quanto si prospettava nel periodo post pandemia. Il tasso di inflazione dovrebbe arrivare al 6% circa, prevalentemente in relazione all’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Parallelamente anche i consumi delle famiglie cresceranno, sospinti, anche dalle limitazioni che la pandemia ha provocato per un almeno 12/18 mesi. Non a caso nel recente periodo i risparmi sui conti correnti sono aumentati e quindi le famiglie torneranno a spendere in vacanze, viaggi e con tutta probabilità anche nel settore auto, visti i bonus agevolativi introdotti.

Tra le note non propriamente positive, alcuni dati che invece inducono ad un moderato ottimismo, ovvero un +2,5% per l’occupazione, con il tasso di disoccupazione che dovrebbe scendere all’ 8,4% e continuare la discesa anche nel 2023 con un 8,2%  e, soprattutto, un +5,8% per edilizia e costruzioni, “sostenuto dal recupero delle attività professionali, ricerca e servizi di supporto e dalle attività immobiliari, rispettivamente +4% e +1,3%” fonte Sole24Ore.

Appare inoltre evidente la tenuta del mercato immobiliare che nel 2021 ha superato le 740.000 compravendite in ambito residenziale e per il prossimo biennio dovrebbe comunque mantenersi intorno alle 700.000 compravendite, dato comunque significativo.

Di fondamentale importanza la politica creditizia degli istituti bancari che, ad oggi, rimane favorevole alla concessione di mutui per l’acquisto casa, anche se con un lieve aumento dei tassi, da non drammatizzare, che rimangono in ogni caso su livelli piuttosto bassi, tra il 2,50 ed il 2,75% per il tasso fisso e tra l’1 e l’1,5% per il tasso variabile.

 

 

di Bruno Vettore

 

 

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