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LEGAMBIENTE : DIMEZZARE I CONSUMI DEI CONDOMINI

Riqualificare 30 mila condomini all'anno, le nostre case mangiano troppa energia.
Obiettivo dimezzare i consumi dei condomini italiani, risparmiare e non immettere circa 1.000.000 di tonnellate di CO2 in atmosfera.
 
Il patrimonio immobiliare italiano è fatto nella maggior parte di appartamenti ed edifici che disperdono il calore d’inverno e si surriscaldano d’estate. Stabili che versano in situazioni pessime dal punto di vista energetico. Circa un terzo della popolazione italiana, ovvero 20 milioni su 60,6 milioni di persone, vive in edifici di questo tipo. Condomini energivori e poco green, costruiti nel primo dopoguerra o comunque prima degli anni Novanta, con materiali e tecniche che non ponevano quasi nessuna attenzione all’efficienza dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento. Difetti che oggi pesano sui conti delle famiglie ma anche e soprattutto sulla salute di chi vive in quelle case. Ovviamente tutto ciò impatta anche sull’ambiente, per lo spreco di energia e l’immissione di gas serra nell’atmosfera nell’ordine delle tonnellate annue.
 
A fotografare questo quadro poco felice è Legambiente, che lo scorso dicembre ha lanciato la campagna “Civico 5.0 – Un altro modo di vivere in condominio”, presentando i dati di un nuovo monitoraggio sul tema e delineando un percorso per invertire e rimediare a questa situazione. L’obiettivo ambizioso è quello di riqualificare entro il 2030 almeno 30.000 condomini l’anno, partendo dalle situazioni più gravi per arrivare a una riduzione di almeno il 50% dei consumi per riscaldamento e raffreddamento. In questo modo, le famiglie risparmierebbero complessivamente 394,5 milioni di euro l’anno (ovvero circa 620 euro ad alloggio). La spesa energetica è una voce rilevante del bilancio delle famiglie italiane: annualmente per riscaldare o rinfrescare le nostre abitazioni spendiamo tra i 1.500 e i 2.000 euro. Questa spesa può essere ridotta con interventi di efficienza energetica negli edifici e con impianti che possono rendere più confortevoli sia d’inverno che d’estate le case in cui viviamo, oltre ad attuare nuovi ed innovativi stili di vita che possono portare ancor più vantaggi. Si potrà anche guadagnare per l’incremento dei valori immobiliari, evitando al contempo l’emissione di 840.000 tonnellate di anidride carbonica all’anno e riducendo i consumi di circa 420 milioni di metri cubi di gas.
 
Le strategie per risolvere l’inefficienza dei condomini italiani
La buona notizia è che la tendenza al miglioramento esiste e si possono già intraprendere azioni concrete per invertire la rotta. Il punto nevralgico è l’informazione e la condivisione: il risparmio elettrico, infatti, può derivare anche dal condividere alcuni servizi. Per esempio, attivando una rete Wi-Fi di condominio, una lavanderia condivisa, un deposito con frigo e freezer per un gruppo di acquisto. Ci sono poi piccoli accorgimenti individuali che possono contenere gli sprechi: il primo consiglio è regolare la temperatura casalinga tra i 19 e i 20 gradi centigradi, ogni grado in più fa infatti salire i consumi di circa il 7%. Altri utili suggerimenti si trovano sul sito www.fonti-rinnovabili.it/civico
 
È fondamentale fare un salto di qualità nella riqualificazione energetica dei condomini per ridurre i consumi, aiutare le famiglie e vivere meglio spendendo di meno. Il risultato porterà alla riduzione delle emissioni di gas serra. Un’importante aggiunta al fatto che il nostro paese già negli ultimi anni ha introdotto alcuni strumenti di interventi importanti, in particolare l’Ecobonus e il Sismabonus per i condomini. Bisognerà approntare ulteriori sforzi per una chiara strategia che legherà gli incentivi alle prestazioni raggiunte con gli interventi, in modo da fissare obiettivi che si auspica rientreranno nel Piano nazionale integrato energia e clima che il nostro paese dovrà approvare nei prossimi mesi.
 
Gli studi di Legambiente sul problema
In questi anni, Legambiente ha fatto oltre 100 indagini termografiche in 33 città. Gli studi dicono che in Italia l’82% degli edifici è stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa. Gli edifici in mediocre o pessimo stato di conservazione sono il 16,8%. Sono invece oltre 700.000 in tutto, su 1.200.000 in totale, quelli che hanno bisogno di un intervento. Quest’anno, l’indagine ha presentato anche un focus su 22 condomini, in 12 regioni italiane, in cui vivono 36 famiglie: la metà neppure conosceva la classe energetica del proprio immobile che, nel 40% dei casi era una classe g, quindi poco efficiente. Anche se non si vive in un edificio inefficiente non si è al riparo da un altro problema: quello della spesa energetica, “Una voce rilevante per le famiglie, pari a 2.689 euro l’anno” come si legge nel report di Legambiente. La colpa, anche in questo caso, è di elettrodomestici energivori: frigoriferi, forni, lavatrici e climatizzatori. Diventa quindi fondamentale informarsi sulle classi energetiche prima di acquistare un elettrodomestico.

Fonte: Avvenia

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