ARTICOLI

CONSULENZE

  • Fiscali
  • Legali
  • Notarili
  • Immobiliari
  • Tecniche
  • Condominiali
  • Mutui
  • Tipologie di Contratti

SERVIZI

  • Contratti di locazione
  • Gestione completa dei contratti
  • Fiscali
  • Tecniche

CITTA' METROPOLITANA, COMUNI LIMITROFI, QUARTIERI PATRIMONIO ARTISTICO

Dimenticando per un momento le tragedie e le varie problematiche che angosciano l'Europa e l'Italia vogliamo porre al Prof. Avv. Daniele Donati, Docente Diritto Amm.vo  UNIBO. Già Presidente del Comitato Scientifico Piano Strategico Metropolitano di Bologna, alcune domande sul potenziale sviluppo della Città Metropolitana con i Comuni che ne fanno parte, i quartieri ed il patrimonio artistico.

Abbiamo la fortuna della presenza del Prof. Donati nel Centro Studi di Assoproprietari. Ringrazio Daniele, permettendomi il tu, per la disponibilità e ringrazio la Prof.ssa Daniela  Demaria con la quale abbiamo valutato le domande da porre.

Tonino Veronesi

Presidente Assoproprietari

 

A proposito di Città Metropolitana, come far evolvere le periferie e i Comuni adiacenti ai grandi centri storici per renderli autonomi sia per quanto riguarda i servizi necessari e le attività culturali, nonché l'intrattenimento della fascia giovanile?

Innanzitutto distinguerei periferie e comuni dell’area metropolitana (diversi dal capoluogo).

Sulle periferie direi che da alcuni anni c’è molta attenzione, e mi pare che i risultati migliori si siano avuti laddove si sono avviate iniziative non meramente occasionali, ma si è avuta progettazione, coinvolgimento dei residenti, uso e soprattutto ri-uso intelligente degli spazi.

Per quanto riguarda i comuni dell’area metropolitana credo che il collegamento - funzionale, materiale, ma anche di progettazione - con la città sia necessario: Resta però che l’elemento determinante si è mostrata essere la ricerca e l’affermazione delle loro diverse vocazioni (dall’archeologia al cibo, dall’artigianato alla musica, dal patrimonio artistico alla accoglienza termale), se le esperienze più felici sono di fatto quelle che si sono mosse in questo senso, a riscoprire o reinventare luoghi comunque preziosi.

Quale può essere la politica urbanistica che possa integrare le attività produttive con la vita dei singoli cittadini in una logica di ottimizzazione degli spostamenti casa scuola-lavoro?

Non sono un urbanista e posso solo parlare in base alla mia conoscenza di altre città, italiane e non. La mia impressione è che la rigida destinazione di aree anche ampie a usi specifici (abitativi, industriali, commerciali), che ha caratterizzato la crescita recente delle nostre periferie, si sia rivelata nel tempo funzionale per certi aspetti (si pensi alla logistica, alla creazione di parcheggi ecc.), ma incapace – anzi dannosa - sotto il profilo della coesione sociale.  La mia impressione - e ripeto è un’impressione - è che sarebbe più di successo la creazione di molti centri polifunzionali, di ambiti (villages li chiamano a Londra) quasi autosufficienti, con case, negozi, piccole fabbriche e anche spazi versi e di intrattenimento. Ovviamente su tutto ha un enorme rilievo una politica che renda i trasporti (anche notturni) frequenti, veloci, sicuri.

Quali potrebbero essere le politiche che l'Amministrazione può adottare affinché nei vari quartieri o piccoli agglomerati urbani possa ricostruirsi un tessuto sociale solidale ed attivo nella integrazione e nel sostegno ai singoli?

In parte ho già detto come la penso nella risposta precedente. Rispetto al sostegno ai singoli – che intendo come sistema di welfare e sicurezza sociale – non c’è dubbio che qualsiasi azione in questo senso - che si voglia appunto solidale e attiva – deve partire da una dettagliatissima conoscenza del territorio e delle persone che lo abitano. E avere quindi base operativa al livello più vicino ai cittadini.

Solo così – con la creazione di spazi che siano effettivamente capaci di socialità e reti orizzontali -si attivano fenomeni di condivisione e di cura efficace, di risposta coerente al bisogno. Il tutto mantenendosi ben distinti da logiche paternalistiche o caritatevoli, e mirando decisamente alla creazione di comunità.

I centri delle nostre città sono costituiti da complesse organizzazioni urbanistiche ricche di Monumenti e Strutture Museali, come possiamo rendere il nostro Patrimonio Culturale uno strumento di ulteriore sviluppo?

La “reinvenzione” del patrimonio culturale in senso funzionale allo sviluppo di un’area, è tema che attraversa la letteratura e la politica da tempo, sviluppando un dibattito anche acceso e che ha visto posizioni “aziendalistiche” contrapporsi a visioni più “puriste”, di vero e proprio welfare.

Generalizzando, e quindi con ovvia approssimazione, credo che in Italia ci si sia fin qui giustamente concentrati sulla tutela del nostro patrimonio, il che è andato a discapito della sua valorizzazione che, anche nell’ordinamento positivo, conosce molta più vaghezza di forme e modi.

Si deve quindi ripartire da qui, da politiche di sostegno all’offerta, ma anche alla domanda di cultura, muovendo in una logica di “sostenibilità culturale” che sappia riconoscere e garantire la specialità dei luoghi di cultura (musei, biblioteche, teatri, ma anche piazze, complessi architettonici e archeologici, paesaggi e scorci) nella progettazione dello sviluppo urbano. Né si deve avere alcun riserbo a rendere alcuni di questi luoghi accessibili solo a pagamento, laddove se è pur vero che sono patrimonio di tutti non è solo con la fiscalità generale che si deve pensare di sostenerne i costi, la conservazione e l’ammodernamento.

Penso infine che la stessa digitalizzazione del patrimonio culturale - se ben progettata e condotta - potrà essere un volano di crescita ulteriore nella sensibilità e nell’attenzione per il nostro più ampio giacimento di ricchezza.

Scarica pdf

 

 

torna all'elenco degli articoli

ARTICOLI

CONSULENZE

  • Fiscali
  • Legali
  • Notarili
  • Immobiliari
  • Tecniche
  • Condominiali
  • Mutui
  • Tipologie ci Contratti

SERVIZI

  • Contratti di locazione
  • Gestione completa dei contratti
  • Fiscali
  • Tecniche