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COMUNICATO STAMPA : CASE ALL'ASTA + 25% NEL 2019

Lo rivela il Rapporto semestrale sulle aste immobiliari del Centro Studi Sogeea.
Voglio partire da una triste considerazione: ogni casa all'asta, nella maggior parte dei casi, nasconde un dramma famigliare.
La crisi economica e il crollo del mercato immobiliare del 2008 hanno reso impossibile a tante famiglie il pagamento delle rate il mutuo.
Il centro Studi Sogeea, nel suo rapporto semestrale sulle aste immobiliari, riporta che le case all’asta in Italia, rilevate al 31 dicembre 2019, sono 23.904 (di cui 194 sono le procedure che riguardano alberghi, bed & breakfast, motel, campeggi e simili), con un aumento del 25% rispetto allo scorso anno. Il valore complessivo stimato ammonta a circa 3,5 miliardi di euro, quindi l'Erario potrebbe incassare oltre 310 milioni di euro di imposte sulla casa.
Il rapporto evidenzia, come tante altre volte, che è la fascia di reddito medio-bassa a pagare il tributo più rilevante alla crisi: infatti il 67% delle case in vendita ha un prezzo inferiore ai 100mila euro, e considerando quelle tra 100mila e 200mila la percentuale sale fino all’88%.
Valutando la situazione degli immobili il cui prezzo è compreso tra 100mila e 200mila euro, è molto probabile che siano appartenuti a impiegati, piccoli imprenditori, artigiani e commercianti. Non si può certo pensare a proprietari abbienti…
Riportiamo a tal proposito il parere, del tutto condivisibile, del Prof. Sandro Simoncini, docente di Urbanistica e di Economia delle Imprese all’Università Uninettuno e direttore scientifico del Centro Studi .
"Quando parliamo di case all’asta ci si dimentica la storia “dolorosa” di quell’immobile. Chi compra oggi non la fa semplicemente per investire i suoi soldi, ma per realizzare un progetto di vita. Lo stesso progetto che per qualcun altro, purtroppo, è naufragato in un fallimento. Per questo sarebbe opportuno creare un fondo di salvaguardia che possa aiutare un imprenditore o un proprietario a conservare il proprio immobile"
In ogni caso, ha concluso Simoncini, «Un aumento del 25%rispetto all’anno scorso deve far riflettere il legislatore: non serve aumentare, come in passato, le vendite detassando le imposte sulle alienazioni degli immobili all’asta, ma occorre limitare il più possibile le posizioni debitorie, ormai così numerose e importanti».

 

Tonino Veronesi
Presidente Assoproprietari

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