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ASSOCIAZIONE COSTRUTTORI: 25 ANNI PER USCIRE DALLA CRISI

 

Non è di certo una bella notizia quella che l'ANCE ha diffuso sulla crisi del settore immobiliare nel suo insieme. Tutti riconoscono che ripresa delle costruzioni sarebbe un toccasana per l'intera economia italiana,i piccoli aumenti di spesa del 2019 non debbono illudere siamo ben lontani dai livelli pre-crisi,livello che l'Ance di questo passo pensa si possa raggiungere tra 25 anni!!!!C'è poco da stare allegri a questa notizia,bisogno solo sperare che i vari governi in carica varino un piano d'investimenti in opere pubbliche che porti ad aprire centinaia di cantieri che ridarebbero ossigeno all'economia. Oltre ad incentivare a costruire e ristrutturare il privato con importanti benefici fiscali e semplificazione degli innumerevoli adempimenti burocratici.

Tonino Veronesi

Presidente Assoproprietari Bologna

"All'industria delle costruzioni serviranno 25 anni per uscire dalla crisi, con un ritorno a livelli pre-crisi nel 2045.
E' l'allarme lanciato dall'Ance, che intravede per il settore timidi segnali di ripresa ma nessuna inversione di tendenza.
Secondo quanto emerge dall'Osservatorio congiunturale dell'Ance, nel 2019 gli investimenti in costruzioni sono cresciuti del 2,3% rispetto al 2018. Il dato del 2019, precisa l'associazione dei costruttori, non è in grado di segnare una vera svolta e di stabilizzare un settore che negli ultimi 11 anni si è ridotto ai minimi storici. Inoltre, dopo un'iniziale fiammata della produzione nel primo semestre 2019, nella seconda parte dell'anno si è registrata una tendenza all'indebolimento. Di questo passo, secondo l'Ance, serviranno 25 anni per uscire dalla crisi, con un ritorno a livelli pre-crisi nel 2045.
Per il 2020 l'Ance stima un aumento degli investimenti in costruzioni dell'1,7%: in particolare, gli investimenti in nuova edilizia abitativa dovrebbero aumentare del 2,5% rispetto al 2019 proseguendo la tendenza positiva, seppur di intensità più contenuta rispetto agli anni precedenti. Per gli investimenti in manutenzione straordinaria dello stock abitativo è previsto un aumento dell'1,5% grazie all'impatto dei primi interventi con eco e sismabonus su interi condomini e del bonus facciate; gli investimenti in non residenziale privato sono visti in aumento dello 0,4% e quelli in opere pubbliche cresceranno del 4%, essenzialmente per la ripresa dei bandi di gara degli anni precedenti e per il rifinanziamento del "piano spagnolo".
Secondo l'Ance, permangono difficoltà e incertezze per i grandi enti di spesa come Anas, a causa dei tempi lunghissimi di approvazione dei rispettivi contratti di programma, che hanno determinato l'accumularsi di ritardi rispetto alla programmazione. In particolare, spiega l'associazione dei costruttori, nel 2019 l'Anas ha speso solo il 39% rispetto al consuntivo. Nel 2019 si è verificato il primo segnale positivo (+2,9%) di investimenti in opere pubbliche, dopo la caduta iniziata nel 2005. La crescita del 2019, sottolinea l'Ance, è però totalmente insufficiente per parlare di uscita dalla crisi per un comparto che ha perso complessivamente del 2005 al 2019 il 585 degli investimenti. A livello locale, la spesa in conto capitale ha registrato un aumento del 16% grazie allo sblocco degli avanzi di amministrazione degli enti locali e ai programmi di spesa previsti nelle ultime leggi di bilancio.
Altra nota dolente riguarda il credito. Nel secondo e terzo trimestre del 2019 i finanziamenti alle imprese per il comparto residenziale hanno registrato diminuzioni rispettivamente del 2,2% e dell'1,8%, e quelli per il comparto non residenziale sono scesi di oltre il 30% rispetto ai primi nove mesi del 2018. Diminuiscono anche i mutui alle famiglie per l'acquisto di abitazioni erogati in Italia: i dati dei primi nove mesi del 2019 sono negativi rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, con un  calo dell'8,2%." Fonte Ansa

 

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