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POCHI APPARTAMENTI IN AFFITTO A BOLOGNA?

L’articolo del Corriere di Bologna che riportiamo integralmente  di seguito evidenzia una diminuzione dell’ offerta di appartamenti in affitto in città, in effetti se ne è già parlato anche nelle sedi istituzionali e all’università di Bologna dove eravamo stati invitati  in rappresentanza dei proprietari immobiliari.
Si è sempre detto ed auspicato che Bologna poteva e doveva aumentare il numero dei turisti, ciò è finalmente accaduto .
Dobbiamo dire che dai dati sotto indicati l’aumento dei canoni non è poi così elevato, considerando anche che le locazioni a canone concordato, che oggi sono le più gettonate, hanno il canone stabilito in base agli accordi territoriali.
Vedremo nei prossimi anni se l’evolversi della situazione  vedrà una stabilizzazione della domanda o se questa si modificherà in aumento o diminuzione.

Tonino Veronesi
Presidente Assoproprietari Bologna

BOLOGNA — Domanda molto alta, ma offerta bassa anche a causa del boom turistico. È allarme per il mercato immobiliare bolognese, soprattutto sul tema degli affitti e i relativi costi per le famiglie, perché come spiega Stefano Rambaldi, segretario della Fiaip Emilia-Romagna, «in venticinque anni di carriera una situazione simile non l’avevo mai incontrata». A preoccupare la federazione degli agenti immobiliari sono in particolar modo le previsioni sulle locazioni, che senza un concreto e immediato intervento per aggiornare le tabelle dei canoni concordati rischiano di vedere i prezzi schizzare alle stelle: questo a causa di una convenienza economica da parte dei proprietari nell’affidarsi al canone libero, alla luce di una serie di fattori che stanno caratterizzando l’attuale situazione sotto le Due Torri. Secondo Rambaldi sono due le variabili che stanno creando questa «tensione» negli affitti bolognesi. Innanzitutto la grande domanda, diventata nel tempo non solo legata alla presenza degli studenti fuorisede ma anche a tanti lavoratori spinti in Emilia dalla crisi economica, che si trovano però di fronte a un’offerta ridotta al lumicino a causa dell’impatto che il boom turistico ha avuto sul mercato delle case e delle stanze.

Il boom degli affitti brevi

La crescita esponenziale degli affitti brevi, questo il secondo fattore elencato dalla Fiaip, sta infatti rivoluzionando il quadro cittadino. «Quello degli affitti brevi o la conversione degli appartamenti a fini turistici è un fenomeno che non c’era mai stato prima a Bologna con queste dimensioni — spiega Rambaldi —. Airbnb e altre strutture di ricezione sono aumentate molto, erodendo una buona fetta dell’offerta di alloggi e stanze in affitto. Abbiamo calcolato una diminuzione degli immobili offerti in locazione del 4% a fronte di un aumento delle transazioni del 2%. In questo modo è diventato sempre più difficile trovare appartamenti liberi, e quando ci sono i tempi per affittarli sono brevissimi e con costi che stanno aumentando. Le richieste sono elevate e ci sono le code quando c’è un appartamento». Secondo le stime dell’Osservatorio immobiliare della Fiaip, coordinato da Laura Clò, tra il 2017 e il 2018 si è già registrato un aumento dei canoni delle locazioni del 2,66% e le previsioni lasciano presagire per i prossimi mesi un salto al +5%. «Se non si dà una correzione alle tabelle dei canoni concordati, che hanno sempre calmierato il mercato bolognese c’è il rischio che la variazione dei prezzi possa diventare molto alta — sottolinea il segretario Fiaip —. Oggi la differenza di prezzo tra concordato e canone libero è del 20%, se aumenterà molti proprietari alla luce della convenienza potrebbero decidere di applicare le tariffe di mercato».

Il trilocale centrale torna di moda

L’Osservatorio evidenzia che la tipologia di abitazione più affittata sono i trilocali (46%), a seguire i bilocali (25%) e poi i monolocali (10%) e perlopiù in zone semicentrali (38%) o centrali (30%). Passando invece alle compravendite (qui le transazioni sono aumentate del 3,8%), il fattore prezzi sembra più stabile: nell’ultimo anno l’aumento è stato dell’1,4% e le previsioni lasciano presagire un +2%. «C’è una lieve ripresa in questo comparto, con prezzi medi al metro quadro stimati in 737 euro. Nel picco massimo, raggiunto nel 2007 eravamo a circa 1.009 euro». Anche nelle vendite gli affari principali riguardano trilocali e bilocali in zone centrali, con una presenza più defilata della periferia. «La crisi ha abbassato i prezzi e molti che erano andati via dal centro o dalla città stanno decidendo di tornare — conclude Rambaldi —. Qui assistiamo ancora una volta a un fenomeno molto presente in passato e poi diminuito. Ovvero gli studenti con maggiori disponibilità che alla luce delle difficoltà negli affitti, con costi alti, preferiscono comprare direttamente la casa anche come investimento futuro».

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