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IL VESTITO DELLA FESTA

Di seguito riportiamo un editoriale dell'Avv. Giorgio Rinaldi , che opera in Bologna oltre che rappresentare lo stato dell'Uruguay in città.

L'articolo tratta di un paesino della Costa Calabra che sembra lontano anni luce da Bologna. Informazioni che ci giungono direttamente e sulle quali non abbiamo alcun dubbio. Sin dalle mie elementari si parlava di portare il Sud a livello del Nord, non sembra che ciò sia avvenuto negli ultimi sessant'anni. Ci auguriamo che ciò accada nel prossimo futuro, soprattutto per i nostri giovani.

Da queste poche righe non trasuda il minimo razzismo, però non possiamo non prendere atto della realtà.

Ringraziamo l’Avv. Rinaldi per  l'articolo e passiamo alla lettura stessa.

Tonino Veronesi

Presidente Assoproprietari Bologna

 

 

"Nell’Italia specialmente contadina di un tempo, l’abito cosiddetto buono era indossato dalle classi meno abbienti solo la domenica e negli altri giorni festivi. Nelle stesse occasioni, si provvedeva ad una pulizia più accurata della propria persona. L’acqua corrente nelle case non era un fatto acquisito e, quindi, poteva anche capitare di indossare una camicia pulita su un corpo che non lo era altrettanto. Le strade e i luoghi pubblici, in genere, erano trascurati a favore di un interesse indirizzato ai beni privati: mancava in gran parte il senso dello Stato che per gli italiani si è cominciato a formare all’indomani dell’Unità d’Italia, con molta calma. Prima si era sudditi e basta, e questo era il modo di vivere e di pensare di non molto tempo fa. Il concetto di democrazia ha preso forma, nella testa degli italiani, solo dopo la caduta del fascismo, la fine della seconda guerra mondiale, il licenziamento della monarchia sabauda e le libere elezioni. Nonostante il trascorrere del tempo ed un accresciuto benessere, per molti versi smisurato e diffuso, gli italiani ancora non riescono a distinguere la differenza tra il legittimo e l’illegittimo, tra il lecito e l’illecito, tra libertà e dittatura (solo, però, quando a comandare si è sé stessi e gli altri ad obbedire), tra democrazia ed autocrazia, tra il dignitoso e il servilismo, tra trasparenza e familismo amorale. Quindi, capita, e spesso, che discendenti di emigrati siano i più acerrimi nemici dei moderni migranti; che si prodighino in veri e propri atti e comportamenti razzisti; che diventino dei delinquenti pronti a genuflettersi davanti al potente di turno; che siano cattolici solo nel giorno della processione del santo patrono e dibattano di solidarietà cristiana solo se può portare loro una qualche utilità. Agli italiani piace molto apparire più che essere, anche perché “essere” non è semplice e le scorciatoie, specialmente quelle mediatiche, sono possibilità che fanno gola ad un popolo che, in realtà, è rimasto culturalmente un nanerottolo in molte parti d’Italia. La politica si è ridotta a spettacolo, meglio: avanspettacolo, e le comparse sempre più scadenti. www.faronotizie.it 2 C’è un paesino rivierasco che, per esempio, è emblematico di quanto sin ora detto. L’amministrazione è autoreferenziale e si compiace di essere brava ad “intercettare” finanziamenti pubblici, cioè quello che un qualsiasi dipendente pubblico a ciò preposto dovrebbe essere in grado di fare; non teme il ridicolo nell’indossare la fascia tricolore per inaugurare un distributore automatico d’acqua a pochi centesimi al litro, che manco l’avrebbero fatto nel deserto di Lut; è pronta a spendere fior di quattrini per sagre agostane e portare in piazza artisti la cui notorietà ha il sapore dei confetti al rosolio, come era uso fare una volta quando la maggior parte dei paesani era composta da pescatori e campagnoli che vedevano il paesello tre volte l’anno e, in tutto l’agro, erano in cinque ad avere la tv e potevano gustarsi le lunghe gambe della gemelle Kessler. Il Covid-19 ha stoppato le insane velleità, ma i soldi finanziati dall’ente pubblico notoriamente più ricco del pianeta, la Regione Calabria, sono pronti per essere scialacquati alla prima occasione, ad onta di un’economia senza sviluppo e di un’assenza cronica di servizi e manutenzione (leggasi civiltà) che sa dell’incredibile e che tanto avrebbe bisogno di quel denaro. Verosimilmente, in ricordo degli altoparlanti collocati nelle strade durante la guerra o in città, giusto per fare un esempio, come Sofia o l’Avana, sempre per ragioni inerenti ad attacchi militari, hanno illegittimamente installato alla bell’e meglio dei diffusori di musiche varie che per l’alto volume d’utilizzo a tarda notte e per collocazione (spesso nei pressi di camere da letto) hanno arrecato non poco disturbo ai cittadini. Inoltre, hanno trasmesso (incredibile ma vero!) almeno una messa cattolica ed altri spettacoli organizzati da privati (uno di sicuro, di più non sono certo), come se tutti fossero interessati alle pratiche religiose altrui o alle attività associative di sbandierata filantropia: qualcuno, per dirla scherzosamente, inventò la tv anche per consentire di vedere o non vedere gli spettacoli più vari e tutti in casa abbiamo questo elettrodomestico; altri, per dirla più seriamente, hanno concepito, per noi, una Costituzione che parla di Stato laico e democratico, concetti che sfuggono velocemente quando è latitante la necessaria consapevolezza di vivere in uno Stato di Diritto. Poiché questi privati che ne hanno fatto uso saranno stati certamente e regolarmente autorizzati dal Comune (a proposito, questa ideuzza dei diffusori quanto è costata alla collettività?), in virtù del principio di imparzialità che regge e regola le pubbliche amministrazioni chiunque vorrà ne potrà fare uso (previa verifica della legittimità e della sicurezza www.faronotizie.it 3 dell’installazione dell’impianto), compresi aderenti alle più diverse religioni (per inciso, la religione islamista inizia con appelli ai fedeli alle cinque del mattino, quindi, i naviganti sono avvisati). Il minimo che si possa fare, pertanto, è rendere pubblici i termini della concessione per l’uso dei diffusori (oltre a chiarire: il numero di protocollo delle richieste per i pregressi utilizzi; se sono stati versati importi a favore del Comune; quali somme sono state versate alla SIAE e da chi; quale provvedimento ne ha autorizzato l’installazione e quali le leggi di riferimento; se rispettano le normative civili, penali e amministrative i collegamenti dei diffusori acustici con cavi elettrici cosiddetti “volanti”; etc.). Le facciate degli edifici posti sul corso sconoscono, in maggioranza, la vernice; tutte le aziende che hanno potuto collocare fili e tubi, lo hanno fatto tranquillamente senza che nessuno li fermasse ed ora il paesello, per il groviglio di matasse di cavi e tubature varie apposte sugli edifici con l’unica logica, per le varie ditte operanti, di spendere il meno possibile, ha più le sembianze di un villaggio dell’India o africano che di una cittadina europea. Qualcuno si è preoccupato di mettere in cantiere ipotesi di interramento di cavi? Qualcuno si è preoccupato di mettere a punto dei progetti comuni ed omogenei per sfruttare le occasioni date dalle ultime leggi che consentono messa in sicurezza sismica, vantaggi energetici etc delle case? Qualcuno ha pensato di rifare la pavimentazione del centro, allo stato buona per il palazzetto del ghiaccio? (Tra l’altro, non basta certo un cartello che indica la strada sdrucciolevole per mettersi al riparo da responsabilità, anzi è significativo di ammissione di chiara colpevolezza per aver accettato un’opera di cui lo stesso Comune ne afferma apertamente ed inequivocabilmente la pericolosità). Per la rimozione dei rifiuti solidi urbani, la maggior parte dei comuni si è fatta contagiare dal virus dell’encefalite letargica e spende una marea di soldi (pubblici) per il ritiro dei rifiuti dalle case, con prassi medievale, quando sarebbe stato molto più semplice prevedere, con una certa frequenza, delle aree ecologiche interrate con contenitori differenziati e videocamere di sorveglianza: ovvio che tutto ciò avrebbe comportato minori spese, più comodità per i cittadini e meno personale da pagare che, diciamola tutta, un domani può sempre tornare utile alle elezioni vergando delle belle preferenze. L’obiettivo è raggiungere le percentuali di raccolta imposti per legge, il come fare interessa poco, specialmente se comporta fatica, come togliere le erbacce dalle stradine interne o www.faronotizie.it 4 sistemare non semplicemente con del tavolame, ma in modo adeguato, degli antichi sbocchi d’acqua, perchè quelli non li vede (quasi) nessuno: e qui torna il vestito della festa e il corpo sporco. Come nessuno (o pochissimi) vedono un edificio sullo scoglio Cerviero che è stato completamente lasciato in balia di vandali e selvaggi vari che hanno trafugato persino il lavabo. Come nessuno vede, ma qui è un problema di una grave epidemia di cecità che ha colpito l’intero Comune, il parcheggio pubblico coperto per le barche, le cui scale d’accesso/uscita sono un lurido immondezzaio puzzolente ad uso della fisiologia idraulica di chi le preferisce agli altrettanto immondi bagni pubblici: altro che Covid-19! Come nessuno vede, e qui il problema non è solo di ipovedenza, ma anche di sordità e di olfatto, il caos provocato dalle barche nello stretto canale principale, per non dire degli Ape Piaggio pronti a partire alla chiusura dell’isola pedonale a notte fonda per poi andare avanti e indietro continuamente. Se il tutto non fosse ascrivibile ai gravi e patologici problemi prima descritti di amministratori e amministrati a loro insaputa, credo che neanche una tribù di primitivi di una remota regione di Papua potrebbe tollerarli minimamente. Invece, in questo piccolo centro di marinai, tutto si può fare, come far suonare, a propria insaputa (perché diversamente sarebbe un reato e il sindaco avrebbe l’obbligo di chiamare i carabinieri), le campane della chiesa centrale per 40 minuti o lasciare un’opera pubblica, dall’improbabile architettura, nella indisponibilità dei cittadini per anni, e chissà per quanto ancora, salvo tenerla illuminata perché il mondo sappia che c’è. Purtroppo, quando si espone una targa descrittiva di un’opera letteraria senza accorgersi del grave errore grammaticale contenuto (Scarnazzo) e si inneggia ad un paese per la sua aria e tranquillità, omettendo, però, di parlare dell’inquinamento del canale principale dovuto al traffico dei natanti, a cui la maggioranza dei pescatori concorre e impedisce di porre rimedio, è molto difficile non farsi ridere dietro e, di sicuro, i turisti arrivati per caso difficilmente torneranno: un luogo ricco di analfabeti (di ritorno, ovviamente) e bugiardi d’occasione è troppo per chiunque. Ma, si sa, per i naufraghi rimasti per troppo tempo in acqua si può anche chiudere un occhio, alcune volte tutt’e due, se poi indossano il vestito della festa senza lavarsi col sapone. Post scriptum: chi va in Calabria di questi tempi, si ricordi di partire da casa propria ed arrivare nello stesso giorno, anche se www.faronotizie.it 5 proviene dalla Nuova Zelanda, perché il software per le dichiarazioni “covid-19” non prevede l’indicazione di una data di partenza diversa da quella d’arrivo (anche quella di digitazione della scheda nel sito regionale deve coincidere…). Non preoccupatevi delle gravi sanzioni minacciate per le false dichiarazioni: dopo un po’ di fatica, pensieri irriferibili e corrispondenza con la Regione, si viene informati che si può indicare la data reale d’arrivo in un’altra sezione. Non chiedetevi il perché, tanto è inutile."

Avv. Giorgio Rimaldi

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